In questa nuova rubrica conosceremo meglio i nostri autori, facendogli 7 domande, botta e risposta.
Ad inaugurarla, questa settimana, è Paolo Fumagalli, autore de IL TRONO DEL NARRATORE.
- Cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere?
L’amore per le storie: fin da bambino mi piaceva leggerle, farmele raccontare, provare a inventarle. Con il passare degli anni ho capito che la letteratura era la mia più grande passione e dopo aver iniziato l’università ho sentito il bisogno non solo di studiarla, ma anche di produrla.
- 3 libri per te fondamentali e perché lo sono.
“Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” mi ha divertito molto e mi ha mostrato che la fantasia non ha limiti. “Amleto” mi ha spinto a riflettere sulle miserie della condizione umana. “Il Maestro e Margherita” ha unito questi due aspetti, mi ha suggerito che l’immaginazione è una magia capace di cambiare il mondo.
- Quale autore vorresti essere?
Difficile sceglierne uno solo. Alcuni di quelli che mi piacciono hanno davvero creato qualcosa di nuovo e personale, in termini di generi letterari, di stile, di mondi e cosmologie. Non mi dispiacerebbe essere un demiurgo come loro, come Lord Dunsany o Lovecraft.
- Quale libro vorresti scrivere in futuro?
Non lo so mai finché non lo scrivo. A volte tiro fuori vecchie idee finalmente abbastanza mature da diventare un romanzo, a volte uso nuovi spunti imprevisti. Spero sempre che sia migliore dei precedenti, o almeno diverso e quindi interessante, e che piaccia prima di tutto a me.
- Come e quando scrivi?
Prima di iniziare la scrittura vera e propria elaboro una trama e creo i personaggi, anche se poi ovviamente molte cose si arricchiscono e modificano. Faccio la prima stesura con carta e penna e poi rileggo, correggo, batto al computer e rileggo e correggo di nuovo.
- Descrivici il tuo ultimo libro con tre parole.
Originale, fantasioso, sorprendente.
- Perché comprare il tuo libro?
È classico e al tempo stesso insolito. Contiene molti elementi amati dagli appassionati di fantasy, ma anche parecchi meno diffusi. La struttura è davvero particolare e altrettanto vale per i personaggi, le vicende, le situazioni.