Rachel è un’ebrea laica e una scrittrice di successo; vive a Oxford col marito e, per un breve periodo, si trasferisce in Italia per un incarico presso l’università di Milano. Quando Chiara – una studentessa che le ricorda una persona del suo passato – sparisce in Israele, il fratello Simone chiede il suo aiuto per ritrovarla. In un crescendo di tensione, la protagonista si ritrova così a fare i conti con legami che credeva seppelliti e con la terra d’origine.
Tra salti temporali e geografici, emerge la sua vicenda di israeliana nata e cresciuta a Mea Shearim, il quartiere charedì – ultraortodosso – di Gerusalemme, da dove, ancora ragazzina, scappa per sottrarsi a un matrimonio combinato.
Habaytah – che in ebraico significa “verso casa” – è una storia sui legami familiari strappati, sulla necessità di ritrovare pace nel cuore, sulla paura e sul desiderio profondo di riappropriarsi della propria identità.
Maria Elisabetta Ranghetti – alla settima pubblicazione – torna a raccontare Israele, protagonista dei suoi primi due romanzi, una terra composita e affascinante a cui è legata da decenni. Con stile coinvolgente, porta il lettore dentro a una vicenda dal sapore universale raccontando il mondo complesso degli charedim.
Una storia di speranza che parte da Gerusalemme, passa per l’Europa e l’America per ritornare in Israele, cuore pulsante di un’umanità spesso travagliata, ma desiderosa di vita.
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