Vera, brillante studentessa benestante, lascia famiglia e fidanzato, dopo l’esame di maturità, per andare a stabilirsi in una comune. Le persone del posto la accolgono con entusiasmo e calore, ma dopo pochi giorni una decina di loro viene arrestata per furto e resistenza a pubblico ufficiale. Il processo che ne segue porta a una pesantissima e sproporzionata condanna. Vera sta male per quanto successo e sente che non può restare a guardare, perciò medita vendetta, aiutata da un ragazzo della comune.
Guardo il sole attraverso gli occhiali scuri. È potente, rasserenante, mi saluta, mi accoglie, mi indica la mia via. La mia via… Già. Da questa stazione ferroviaria, da questo binario, muoio e rinasco. Il mio treno sta per arrivare e così il mio cammino comincerà.
Ma sei sicura?
Sì.
Intendevo, sei sicura che muori, rinasci e comincerai il tuo nuovo cammino?
Sì…
Ah, ti sento un po’ indecisa.
In effetti lo sono. Insomma, tu mi rendi un po’ incerta. Spiegami.
Tu e le tue decisioni sono il frutto di tutto ciò che hai vissuto, no?
Mmm, sì. Continua.
Dunque perché pensi che tutto ciò che hai compiuto finora sia assimilabile alla morte e che soltanto da questo attimo presente tu inizi a vivere?
Beh, perché la mia vita da ora cambierà, cambierà tantissimo, in modo radicale.
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