Non è questa, certo, la prima proposta didattica che mira all’introduzione dell’esperienza jazzistica nell’ambito dell’educazione musicale, ai diversi livelli scolari. È tuttavia una proposta che ambisce a una propria originalità di approccio. Non consiste in un repertorio, più o meno semplificato e già pronto e neppure in un percorso da svolgere attraverso l’acquisizione progressiva di sia pur minime competenze tecnico-teoriche. Obiettivo e senso della proposta è invece quello di consentire un approccio elementare ma diretto, una “immersione” immediata nel linguaggio e nello stile jazzistico, garantita dalla scelta di campi di azione ben delineati e – per così dire – a “portata di intuito”. I mezzi tecnici e pratici attraverso cui passa e si sviluppa questo diverso approccio sono le pentafonie, scale di cinque suoni che offrono una grande praticabilità melodica e armonica, e lo strumentario Orff intonato: glockenspiele, metallofoni e xilofoni didattici che, grazie alla estraibilità delle loro barre, possono essere facilmente predisposti sulle sole note dell’una o dell’altra pentafonia. Con la impareggiabile conseguenza di offrire all’esecutore (bambino, ragazzo o adulto che sia) un campo di note che “non consente errori”. Chi suona potrà cercare di volta in volta la propria formula ritmico-melodica, il proprio pattern, unirlo agli altri e con loro ripeterlo in ostinato senza problemi di “scelta oggettiva” fra nota e nota, ma solo seguendo il proprio intuito, il proprio senso e il caso. Ricavando via via dallo strumento (che in questo modo insegna) esperienza e competenza rispetto alle potenzialità melodiche e armoniche del materiale scalare che sta usando. A monte di questa scelta di “empirismo garantito” sta l’intenzione di dare a bambini e ragazzi una esperienza jazzistica immediata e stilisticamente credibile, che vada al di là di ciò che loro stessi potrebbero aspettarsi dal proprio limitato bagaglio tecnico.
Questa proposta didattica offre, nel suo complesso, diversi tipi di approccio, qui di seguito elencati, via via adeguati a diverse età e gradi di esperienza:
1) Esecuzione o improvvisazione pentatonica su basi di un solo accordo o di due accordi, eseguite al pianoforte o in playback.
2) Improvvisazione pentatonica su tipiche basi “esperte” eseguite al pianoforte o in playback (I-II,I-II-V, I-VI-II-V e il giro blues), avvalendosi di scale pentatoniche cinesi prescelte secondo determinati criteri di relazione tonale.
a) su giro di una sola tonalità
b) su giro alternato fra due tonalità
c) su giro alternato fra più di due tonalità
3) Facsimile pentatonico di giro boogie realizzato con lo strumentario a barre come base per esecuzioni o improvvisazioni elementari cantate o suonate.
4) Esecuzione solistica di semplici blues su giro pentafonico realizzato con lo strumentario a barre.
5) Improvvisazioni pentafoniche con strumenti a barre su giro pentafonico realizzato o improvvisato con lo strumentario a barre su schema prestabilito.
La strumentazione non si limita ovviamente al solo strumentario Orff, ma integra tutti quegli strumenti d’arte eventualmente disponibili (ad esempio nella Scuola media a indirizzo musicale) che siano adatti allo scopo: pianoforte o tastiera, chitarra, sassofono, clarinetto, flauto, o altro. Ciò risponde ad un corretto utilizzo didattico dello strumentario Orff a barre che non vuole essere esaustivo e autosufficiente ma, al contrario, funge da corpus intonato di facile utilizzo per un ensemble scolastico che include tutta la strumentazione disponibile e consente di integrare diverse abilità e competenze.
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